Un camper, sacchi di sabbia e mezzi speciali: la Croce Rossa è anche Protezione Civile
Il camper entrò in sede. Henry non pensava esistesse un camper con lampeggianti e sirene. Ne uscirono due omini bassi, con una divisa a toppe nere, il casco bianco. E due stivaletti. E guanti gialli da lavoro. Una "divisa strana, ma ancora più bella" pensò Henry. Era ormai pomeriggio inoltrato ma non era per nulla stanco. Anzi ad ogni nuovo episodio era sempre più entusiasta. I due uomini guardarono lui e quello che era ormai come un suo carissimo amico e si avvicinarono nella zona delle macchinette del caffè salutandolo con un cenno della mano, un'altra cosa a cui non era poi così abituato, tutti salutavano tutti come se fossero amici di vecchia data, come se il solo varcare quella soglia facesse di te parte di una famiglia, era una bella sensazione!
Una donna con la stessa divisa uscì dalla sede. “Allora è tutto pronto?” chiese uno dei tre. “Sì la borsa e il DAE sono pronti, voi avete fatto un pisolino?” “No noi no ma questa sera sarà tranquillissima, poi ho tutta domenica libera”.
Henry non capì dove andavano. Così senza nemmeno presentarsi glielo chiese. “Cosa fate stasera?”
“Un turnino con la Polizia” rispose quello che sembrava più vivace.
“Come con la Polizia?” chiese Henry.
“Bhe vuoi che noi manchiamo ai posti di blocco? E se qualcuno ha bisogno di noi?”.
L’altro milite con il casco prese la parola: “Noi portiamo la merenda ai poliziotti e li aiutiamo a sistemare il posto di blocco dove controllano le persone sulla strada. Con noi ci sono anche medici e infermieri della Polizia e quindi noi non possiamo mancare, diamo un supporto logistico”. Henry era sorpreso. Non si aspettava questa collaborazione tra forze diverse.
“Sai” gli racconta l’omino con un sorriso “anche noi abbiamo delle esperienze speciali, con noi ci sono anche dei poliziotti della squadra cinofila con dei cani bellissimi. Ma collaboriamo anche alle simulazioni, come quelle dei vigili del fuoco per esempio: una volta, per un loro addestramento speciale, abbiamo chiuso l’autostrada per esercitarci assieme in uno scenario relativo ad un incidente in galleria. Con noi c'erano anche simulatori e truccatori”
"Simulatori? Truccatori?" fece Henry, sapeva tanto di film.
"Sì, servono dei feriti, delle persone coinvolte. E non è che si facciano male davvero per svolgere un'esercitazione. I truccatori li preparano, creano false ferite, ed i simulatori poi... beh si comportano come se fossero davvero feriti, sotto shock. Recitano!"
"Come in un film!!!" esclamò
"Esatto, più o meno" ribatté la donna. "E sono anche bravi! Alcuni dei nostri truccatori sono stati anche a simulazioni internazionali, a livello Europeo!" aggiunse con entusiasmo, "ed i nostri simulatori sono molto richiesti in queste esercitazioni" concluse non senza una punta di orgoglio.
Henry era stupitissimo. Ma questo era solo l’inizio. L’altro uomo e la donna si guardarono e presero la parola assieme. Uno iniziava la frase e l’altro la completava.
“Chi pensi che sia presente quando c’è gente. Ma veramente tanta gente. Qui a Parma abbiamo un PMA che è uno dei più grandi d’Italia." e vedendo il suo sguardo interrogativo, spiegò meglio "Si chiama Posto Medico Avanzato, ed è un ospedale da campo gonfiabile per intenderci. Ed ai grandi eventi noi ci siamo. A Parma eravamo in prima linea quando vi fu la festa degli alpini, in città erano migliaia. Poi andiamo anche fuori Parma: il concerto di Vasco? Noi c’eravamo. Le Cerimonie del Papa? Noi ci andiamo perché la Basilica di San Pietro è molto affollata e se la gente ha bisogno di un aiuto sul posto noi siamo pronti a darglielo, in occasioni simili arrivano volontari da tutti i Comitati CRI d'Italia! Siamo in tanti!”.
Henry era stupefatto. Li continuava a fissare con lo sguardo perso e la bocca spalancata.
“Hey ragazzo stai bene?”
“Io.. sì sì" si scosse Henry, "ma voi chi siete?”
“I più speciali di tutti. La Protezione Civile. Vedi le ambulanzine sono piccole per noi. Quando c’è un disastro di quelli grossi, come un terremoto o un'alluvione, allestiamo i nostri campi speciali, e così la popolazione la soccorriamo tutta. E con corsi specifici siamo pronti ad ogni evento: catastrofe nucleare e batteriologica compresa, sperando che non serva mai ovviamente!”.
Henry era ammirato. La Croce Rossa agiva proprio su tutto, su tutti i campi in cui poteva, piccoli o grandi che fossero, il suo aiuto era preziosissimo. Ci pensò e gli vennero in mente parecchie foto che aveva visto sui giornali, o nei servizi dei telegiornali, quando vi erano stati eventi catastrofici, in ognuno di essi c’erano uomini con la Croce Rossa sulla schiena, uomini anche con camion pieni di aiuti per la popolazione, una presenza "silenziosa" ma costante, come se il loro volesse essere un aiuto dato in silenzio, senza tanti clamori, come a dire "noi ci siamo, a prescindere".
L’uomo spiegò ad Henry tutto ciò che c’era anche qui a Parma: due camion, diversi mezzi speciali e perfino un pullman. Non importava che vi fosse un acquazzone, o un terremoto o semplicemente un grande evento. Quegli uomini c’erano sempre e la loro collaborazione con tutte le forze in campo era fin dalla prima linea. Henry scoprì solo più tardi, tornando dentro la sede e parlando con il suo amico, che essi si prodigavano anche ad informare le persone in caso di condizioni meteo avverse, a preparare gazebo e ad organizzare quello che facevano i giovani, quello che facevano le Infermiere Volontarie e molti di loro erano in prima linea su ambulanze e automediche quando non avevano altri impegni. Henry era sempre più rapito da quel mondo.
Cominciava a calare la luce e la giornata era quasi finita. Ormai era quasi ora di andare a casa quando una sirena fortissima lo fece sobbalzare. Si spense quasi subito e nel corridoio si aprirono tre porte.
La notte stava per iniziare….