Lunedì, 13 Luglio 2020 09:52

I Volontari della Croce Rossa di Parma raccontano l’emergenza Covid-19 (1)

Scritto da Veronica Rafaniello

Intervista a Giorgio Sgroi, autista-soccorritore e referente SeP.

È passato poco più di un mese dall’inizio della cosiddetta “Fase 3”, momento in cui l’Italia ha iniziato a tornare alla normalità. In questo periodo, famiglie separate dal confine regionale hanno potuto riabbracciarsi, medici ed infermieri hanno festeggiato la chiusura dei reparti Covid negli ospedali e pian piano, anche i Volontari della Croce Rossa hanno potuto tirare un sospiro di sollievo, al diminuire delle richieste d’aiuto legate alla pandemia.

Sono stati mesi intensi in cui i Volontari di tutta Italia hanno lavorato duramente e le loro testimonianze e sacrifici ci ricordano quanto sia importante adesso non abbassare la guardia, ma continuare a rispettare le regole di distanziamento sociale e indossare le mascherine, ove richiesto, per evitare una nuova ondata di contagi.

Giorgio Sgroi, autista-soccorritore, istruttore di primo soccorso e referente SeP per il Comitato della Croce Rossa di Parma, è uno dei tanti Volontari che da febbraio a giungo si sono prodigati al servizio dei cittadini.

Qual è stato il tuo ruolo durante l’emergenza?

Sono stato impegnato attivamente sulle ambulanze e, come membro del gruppo SeP, mi sono occupato della gestione degli aspetti psico-sociali che questa emergenza ha creato o modificato.

Di cosa ti sei occupato esattamente?

In ambulanza abbiamo ovviamente il compito di rispondere a tutte le chiamate, e quindi, anche nei mesi scorsi, con l’aiuto della Centrale Operativa 118 Emilia Ovest ci siamo trovati a cercare la soluzione migliore per ogni singolo caso. Solitamente portare in Pronto Soccorso una persona è la soluzione più sicura, i primi giorni però, quando il PS si stava riorganizzando per fronteggiare l’emergenza Covid-19, erano in molti ad aver timore di poter essere esposti al contagio in ospedale, quindi parte del nostro lavoro è stato anche riuscire a trovare la soluzione migliore insieme alle famiglie dei pazienti.

Per quanto riguarda il supporto psico-sociale, abbiamo risposto a tutti coloro che hanno richiesto il servizio contattando la nostra sede o il numero nazionale.

Un’attenzione particolare, inoltre, è stata ed è ancora rivolta a tutte le figure coinvolte in prima linea nell’emergenza, compresi i Volontari CRI. Non possiamo e non dobbiamo illuderci che questa situazione drammatica non lascerà qualcosa anche dentro di noi, accettarlo è sicuramente il primo passo per pensare poi ad una possibile soluzione, accompagnati da qualcuno di formato ed esperto.

Sei un volontario, qualcuno potrebbe pensare “chi te lo fa fare”. Ti rivolgo questa stessa domanda e, con particolare riferimento ai difficili mesi appena trascorsi, ti chiedo dove hai trovato la forza e il coraggio di non tirarti indietro di fronte al bisogno.

Forza e coraggio li troviamo da sempre perché purtroppo il bisogno c’è sempre. In questa particolare occasione, parlerei di “possibilità”. Mi spiego meglio: io ho avuto la possibilità di fare servizio perché per fortuna, non avevo soggetti a rischio in famiglia e sono sempre riuscito a mantenere distanze e accortezze volte a tutelare i miei famigliari. Se, tuttavia, le cose fossero state diverse, non avrei avuto la possibilità di aiutare e avrei dovuto avere il coraggio di tutelare prima di tutto la mia famiglia. E forse, per chi è abituato ad essere operativo, è anche più difficile.

C’è stata una persona o una situazione che ti è rimasta particolarmente impressa durante il servizio negli ultimi mesi?

Probabilmente la cosa più difficile è stato il dover “portar via” le persone da casa senza che nessun parente potesse accompagnarle o raggiungerle in un secondo momento in Pronto Soccorso. Tutti, già dai primi giorni, avevano capito che quel saluto o quell’abbraccio sarebbero potuti essere gli ultimi e sicuramente questo è pesato molto sui pazienti, su chi è rimasto ad aspettarli e anche sui molti operatori che hanno dovuto assistere, e in un certo senso “far loro”, tanti potenziali addii.

Hai avuto paura?

Abbastanza, soprattutto per i miei famigliari. Fortunatamente, però, conoscere, capire e applicare i protocolli e un corretto utilizzo dei DPI ha giocato un ruolo importante anche nel sedare le preoccupazioni personali.

In che modo essere un volontario della Croce Rossa ha influenzato il tuo modo di vivere la situazione attuale? In qualche modo ti ha aiutato?

Al di là di questa emergenza specifica, credo che la Croce Rossa metta il proprio personale a contatto con alcuni aspetti della vita che altrimenti non arriverebbero mai a conoscere. Scoprire il mondo in cui viviamo da un punto di vista diverso, vivere e fare qualcosa per le persone e le loro vulnerabilità credo che possa dare molto alla crescita personale di ognuno.

Cosa farai non appena ci saremo lasciati alle spalle il Coronavirus?

Tutti noi, indipendentemente dalle associazioni di cui facciamo parte, ospedalieri ed extra, chiunque si sia messo in gioco attivamente per la lotta a questo virus credo che vorrebbe soltanto un periodo per rilassarsi e riprendere fiato, magari delle ferie!

Abbiamo tutti bisogno di riposo, per essere pronti a reagire con la stessa forza se dovessero arrivare nuove ondate. Nel frattempo, è fondamentale non abbassare la guardia, nonostante la voglia di tornare alla normalità ci spinga nella direzione opposta.

cri

Questo sito web utilizza i cookie

Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti, gestire le donazioni PayPal, fornire le funzioni dei social media e analizzare il nostro traffico. Inoltre forniamo informazioni sul modo in cui utilizzi il nostro sito ai nostri partner che si occupano di analisi dei dati web, pubblicità e social media, i quali potrebbero combinarle con altre informazioni che hai fornito loro o che hanno raccolto in base al tuo utilizzo dei loro servizi.
Informazioni Privacy Sito Accetta Rifiuta