Mercoledì, 15 Aprile 2020 15:50

Era venerdì 28 febbraio e avevo i brividi...

Quella che state per leggere è la testimonianza di Luigi, una persona che potrebbe anche essere chiunque di voi, che si è trovata faccia a faccia con il mostro, che ha lottato e che sta vincendo la sua battaglia. Abbiamo ricevuto questa lettera tramite il fratello Gianni, una lettera scritta di getto, durante la notte, con l'ausilio di uno smartphone, con una richiesta esplicita "Fatela leggere! Chissà che qualcuno, leggendo, capisca che con questo virus non scherza!"

Oggi le notizie sono sempre più buone, il che rende tutti noi felici!

Ma ora, senza porre in mezzo altre parole superflue, vi lasciamo alle parole di Luigi, che ha lottato come un leone contro questo virus!


Pasqua 2020

Era venerdì 28 febbraio e avevo i brividi... Alla sera a casa febbre... Passano i giorni, febbre e tosse continuano... Mi decido e chiamo il dottore "non preoccuparti é un malessere di stagione... Prendi queste medicine..." e passavano i giorni... 

Il 4 marzo il dottore viene a visitarmi a casa... "ti garantisco che non hai il coronavirus... I polmoni sono puliti...prendi queste altre medicine e sarà tutto ok". Passano altri giorni... Comincia a mancarmi il respiro... La febbre non smette... Non riesco più a dormire... Mal di schiena... Diarrea... Chiamo il dottore.... "ah beh se manca il respiro devi andare all'ospedale...".

Lunedì 9 marzo... Arriva l'ambulanza, scende una ragazza con uno strumento che misura l'ossigeno lo mette in un dito e dice... "mmhhhh sì è meglio andare... Sa se potevo avrei fatto volentieri a meno perché l'ospedale è intasato in questo periodo".
Arriviamo all'ospedale dove hanno preparato una zona dedicata molto provvisoria, al punto che spioviggina ed io sono a cavallo della porta bagnandomi ed avendo freddo... Le infermiere sono alle prese con procedure nuove e si vede che non sanno bene cosa fare... Aspetto... Barcollo ed alla fine mi fanno entrare... Sembra un film... Gente dappertutto che si lamenta... Un dottore mi visita, poi mi fa accompagnare su una seggiola con bombola di ossigeno ed occhialini.
Aspetto.. Non so quanto... Barcollo... Chiamo e a questo punto mi ricoverano, ormai è sera tardi.

Sono in un primo reparto dove cercano di capire che patologia hai... Mi mettono subito la maschera per l'ossigeno più potente perché sono in carenza di ossigeno.
Il giorno dopo mi fanno il tampone... Sono sempre più in carenza di ossigeno e mi mettono il casco respiratore... Il giorno successivo con esito positivo mi spostano in un altro reparto specializzato per il Covid-19.

Il casco... Una cosa tanto infernale non la potevano inventare... Hai la testa dentro questo "coso" che fa tenuta intorno al collo stringendolo, senti una pressione come quando vai in moto a bocca aperta, l'orecchio sinistro si chiude, rumore alto delle ventole... Senso di soffocamento, di paura, tu che non sei capace di abituarti a respirare in positivo dove contro natura l'aria entra da sola e tu la devi espellere... Fanno male i muscoli dei polmoni... Hai il collo che appoggia su un disco duro e dopo qualche tempo fa male... Non puoi toccarti, non puoi girare la schiena... È dopo un pò di tempo non ne puoi più... Ti senti come un fuscello in mezzo al mare in tempesta e la testa non ragiona più in modo normale ed entri in una realtà deformata... Ti fanno la morfina... Due volte... Ma niente non ci riesci.. . Chiami i dottori e ti dicono che devi portarlo che non ci sono alternative... Non ne puoi più... Scoppiano i polmoni... Li chiami e davanti a loro ti slacci tutto e te lo togli... Ma ti manca l'aria e loro ti sgridano... Non sai più come fare... Ti dicono che se ti rifiuti di portarlo dovranno trasferirti in terapia intensiva... Ti crolla il mondo addosso... Ed è lì, in questo momento, che il tuo cervello ti dice "devi trovare un modo per portare il casco..."... Elaboro velocemente e chiedo ai dottori di avere qualcuno che si metta vicino a me che conosca questo marchingegno in modo da regolarlo meglio... Mi ascoltano ed arriva una persona che, ascoltandomi, regola meglio la macchina...
Passo la notte un pò meglio... Al mattino però non ne posso più...6 ore consecutive sono troppe... Non ci riesco.
Parlo con i medici e gli dico che posso arrivare al massimo a 4 ore ma non 6...poi pausa di 1 ora ed ancora...si consultano provano insistendo di mantenere le 6 ore... Io insisto e concordiamo cicli di 4 ore con la mia promessa di farne almeno 4 o 5 al giorno... È difficile... Molto difficile anche perchè la bocca ti si asciuga al punto che dalle labbra si staccano le pellicine e se la chiudi si incolla tutto... Mi dicono che devo bere poco perché ho le braccia talmente gonfie che sembrano esplodere... Quando chiami per bere, ti passano una cannuccia da un buchino troppo piccolo e fai una fatica incredibile...
Riesco a fare i cicli di 4 ore... Ci riesco... Ed ho anche imparato a bere da solo senza dovere chiamare nessuno (bastava tirare la membrana sotto con la mano e far passare agevolmente la cannuccia... Mi vedono e si mettono a ridere perché nessuno ci aveva mai pensato). Riesco a mantenere le promesse... Sono io che chiamo gli infermieri quando finisce la pausa... Loro sono sorpresi da questa mia costanza e convengono di lasciarmi andare avanti così. Ma in questo periodo che é durato più di due settimane ho visto tre persone vicino a me non riuscire a portare il casco e dopo varie crisi, due sono stati trasferiti in terapia intensiva ed uno poveretto... Mario... Lo hanno trovato morto alla mattina R. I. P.

Mi sono fatto amico il casco... Ho fatto in modo di volergli bene e mi dicevo in continuazione che lui mi avrebbe fatto guarire e ad ogni respiro mi ripetevo questo... Ma l'occhio era sempre sull'orologio che non arrivava mai alle 4 ore.... Sai che quando sei lì dentro la realtà si deforma e ti abitui anche a questo... I medici sono sorpresi da questo mio modo di affrontare le cose, ma vedono i risultati positivi... Piano piano miglioro... Lo si vede dalla Co2 nel sangue attraverso un prelievo dolorosissimo da arteria... E lo sento, inizio a vedere una lucina in fondo al tunnel... La dottoressa mi dice che é soddisfatta e che io potrei essere il terzo al quale potrebbero togliere il casco con successo (le altre due persone lo avevano portato per qualche giorno).
Vado avanti con il casco fintanto che un bel giorno la dottoressa mi dice..."Luigi andiamo bene e oggi proviamo a togliere il casco"... Era il 26 marzo.
Mi si é aperto un mondo ed ero carico psicologicamente in modo fuori dal comune... La dottoressa parlava di me e del risultato di essere riuscito a mantenere il casco per così tanto tempo, in modo orgoglioso.
Si inizia il percorso di riduzione progressiva dell'ossigeno... Tra alti e bassi il percorso é andato bene, con diversi cambi di mascherine e di percentuali e quantità aria/ossigeno, sempre monitorato giornalmente da quel prelievo doloroso in arteria per vedere la Co2.
Sembra che stiamo andando fin troppo bene e si apre una possibilità di rientrare a casa per Pasqua o Pasquetta... Sarebbe stupendo!
Nel frattempo provo ad alzarmi dal letto ma é tutto difficile... Vado subito in affanno... Non ci riesco... L'equilibrio non ne vuole sapere (provi la sensazione come quando hai girato attorno ad un palo veloce e poi ti lasci andare... Cadi). Non ho forze sufficienti...

Ieri é arrivato il risultato dell'ultimo tampone, ero ancora positivo... E il dottore, visto che ero un pò in affanno, mi ha aumentato leggermente l'ossigeno...
Subito mi ero un pò demoralizzato ma poi ho pensato che ho raggiunto risultati stupendi e ci sta se alla fine c'è stato un calo...

Una notte quando stavo veramente male ed ero sotto al respiratore, venne un'infermiera di notte... Giovane... Sicuramente carina (sai qui sono tutte coperte fino agli occhi), si é seduta sul mio letto e si é messa a piangere... Poverina forse aveva bisogno di sfogarsi... Ed io le assicuravo che sarebbe andato tutto bene... Da quella volta é diventata il mio angelo custode... E mi ha dato il suo numero di telefono... Una volta che tutto questo sarà finito, un giorno, la voglio incontrare e conoscere...

Oggi Pasqua 2020
Questa Pasqua é sicuramente la più bella della mia vita ,sia per me che per i miei famigliari che hanno sofferto pregando che tutto andasse bene.

Mi sento proprio resuscitato a nuova vita.

Mi sento come se avessi trovato un jolly nel mazzo che mi ha dato una nuova possibilità di vita

Mi sento come nato per la seconda volta...

Insomma sono Felice!!!

E penso che vivrò la mia rimanente vita con concetti diversi da prima... Forse più semplici, ma più emozionali.

Grazie Marghi & Marti siete state la mia ancora di salvezza

Grazie a tutti gli amici che mi hanno sostenuto da tutte le parti del mondo.

Buona Pasqua a tutti voi ed alle vostre famiglie.

Auguro a tutti di cercare di ascoltare e capire le altre persone prima di parlare... Il mondo potrebbe migliorare!!!


Questa lettera è di Luigi, mio fratello. Che sia da monito per chi non rispetta le regole, per chi si lamenta di stare a casa.

Un ringraziamento a tutto il personale sanitario e alla grande famiglia di tutti i volontari (patrimonio italiano) che dedicano il loro tempo a tutte le persone che si trovano in difficoltà.

Grazie, Gianni.

cri

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